Alessandro Bergonzoni visita Madrid, per andare oltre le «solite italiane sensibilità»

Attore, scrittore, comico, poeta, filosofo… Alessandro Bergonzoni è un artista poliedrico, molto apprezzato dalla critica e dal pubblico in Italia. Il 14 ottobre visita Madrid per presentare Urge nella sede dell’Istituto Italiano di Madrid (C/ Mayor, 86). E noi abbiamo voluto scambiato quattro chiacchere con lui.

alessandrobergonzoni

Ciao Alessandro, in che consiste lo spettacolo, che presenta lunedì 14 ottobre a Madrid?

Mi permetto di correggere la parola spettacolo, in quanto quello che farò può ricordare più uno show-case, non vuole solo intrattenere, ma mi piacerebbe fare una summa del lavoro che parte dalla scrittura, attraversa il teatro, l’arte (opere e installazioni), il sociale (il racconto del mio essere testimonial dell’associazione sul coma Amici di Luca), fino ai temi sociali per esempio le carceri e la malattia, che comunque reputo tutti parte del mondo poetico personale.

Ti spaventa o ti motiva la possibilità di esibirti di fronte a uno spettatore straniero?

Non solo mi motiva e non mi spaventa, ma finalmente rompe quel vetro che mi ha tenuto sotto vuoto spinto in una nazione soltanto, dato che la mia ricerca linguistica soprattutto teatrale a questo mi ha obbligato.

Ma proprio con il nuovo libro di poesia L’amorte vorrei che si aprisse un nuovo campo d’azione, perché come vedrete da alcune letture inizia una nuova era di traducibilità più o meno assoluta.
Inoltre geograficamente vorrei cercare altri paralleli e altre orecchie non solo le nostre solite italiane sensibilità.

C’è qualche artista spagnolo che apprezzi particolarmente?

Se escludiamo la platealità che mi porta da Picasso alla Fura del Baus devo dire di cominciare tutto lunedì quando sarò lì.

Credi che i movimenti dei cittadini, in contrapposizione alla politica tradizionale, possono essere una soluzione reale?

Questa domanda l’ammiro e la volevo: prima deve partire una rivoluzione interiore filosificamente, antropologicamente, socialmente, antroposoficamente e spiritualmente intima ( e racconterò in che senso la reputo rivelazione). La partecipazione muove energia, crea onda ma prima deve succedere qualcosa nei nostri altrove sconosciuti e disabitati.

Troppo facile e troppo diffcile scendere in piazza e poi tornare a casa: ormai non torneremo più a casa da niente…..

Puoi anticiparci qualcosa sulle sue prossime esibizioni e/o progetti?

Un’installazione al Vittoriale con cui sono in trattativa per 2014. Uno spettacolo nuovo teatrale che sostituirà URGE, la continuazione degli incontri su malattia, arte, scrittura e sociale (le carceri con un progetto in fieri esso stesso artistico).

Se sei un italian@ a Madrid o verrai in questa città per presentare i tuoi progetti professionali o artistici, scrivi a morenamorante@gmail.com, saremo lieti di conoscerli e di diffonderli!!

En este enlace podéis leer la entrevista en castellano.

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