Ornella Fado, ambasciatrice del ‘Made in Italy’ a New York
A volte capita che leggendo un articolo – nel caso specifico su Gambero Rosso, la bibbia della gastronomia italiana -, dici, «ah però, ha avuto la mia stessa idea 21 anni fa!». Ed è d’obbligo voler conoscere il protagonista dell’intervista e voler farci due chiacchiere. Oggi giorno con Internet tutto è possibile. È possibile parlare con un’italiana a New York, come se vivesse nello stesso tuo quartiere e vi mostro il risultato. Una precisazione va fatta, a me e a Ornella ci muove la stessa passione per il ‘made in Italy’ all’estero, io la coltivo su questo modesto blog, lei fa tv in America!!! E forse a fare la differenza è propio l’America, la terra delle possibilità, ma noi non abbiamo fretta…
Ciao Ornella, 21 anni fa hai lasciato la danza per raccontare la gastronomia made in Italy a New York, lo rifaresti?
21 anni fa ho conosciuto la persona che sarebbe poi diventato mio marito ed il papà di Carolina e mi sono trasferita a NY. Arrivata a NY ho continuato a fare audizioni e a lavorare nel mondo della danza, del print modeling e nel mondo della televisione, ho creato dei programmi per insegnare ai più piccini l’italiano tramite l’arte della danza e della musica e dopo varie esperienze professionali è nato Brindiamo! che voleva appunto essere un programma dedicato a noi Italiani all’estero, tramite la buona ed autentica ristorazione italiana, insomma la mia missione è sempre stata quella di parlare ed insegnare italiano a mia figlia e continuare a mantenere la mia cultura e le mie tradizioni in America, un paese che ho imparato ad amare come fosse il mio.
Eppure 20 anni fa il made in Italy negli States non era così in voga come lo conosciamo oggi… ti senti una che se l’è rischiata o una che ha scommesso sul cavallo vincente? Ovvero, quanto c’è di ponderato e quanto di ‘pazzo’ nella tua scelta?
La scelta “pazza” come dici tu è stato il fatto che ho deciso di investire personalmente in un progetto televisivo. Parlare di Italia invece è stata una scelta naturale, infatti mi piace pensare che il mio programma ha contribuito a far consocere un’Italia moderna. Gli imigrati del dopo guerra erano rimasti ad una Italia che non esiste più.
Scrivi, crei e produci un programma per la NYC tv Life. Hai fatto tutto da autodidatta? Gli inizi sono stati difcili?
Sono 30 anni che lavoro nel mondo dello spettacolo, quindi la parte difficile non è stato scrivere, condurre o produrre un programma televisivo, la parte più “rischisosa” è stata trovare un canale interessato alla messa in onda di Brindiamo! e poi creare un programma fresco ed interessante, un programma che potesse soddisfare i mille gusti di un pubblico complesso e multietnico come il pubblico americano più precisamente newyorkese. La parte piu` complessa di questo progetto è comunque la ricerca di sponsors, dato che sono una “independent producer”, il resto mi viene molto naturale grazie anche ad una grande passione per il mio lavoro.
Le fettuccine alla salsa di Alfredo, le tovaglie a quadri rossi e bianchi… Sono tanti i luoghi comuni sulla nostra cucina. Qual’è quello che ti fa più sorridere e che proporzione c’è tra fakes e ristoranti autentici italiani a New York?
C’è poco da sorridere (ahaha) ed io sono una che ama sorridere! Io non amo il fake in generale, no fakes bags no fakes smiles, quindi Brindiamo! è nato per parlare di autentico, e New York può vantare una bella collezione di ristoranti autentici. Negli ultimi 20 anni sono stata testimone di un cambio davvero eccezionale, i ristoranti Italiani a NY sono, trendy e chic e NY vanta anche delle pizzerie davvero super autentiche da fare invidia a molte pizzerie italiane.
Ma soprattutto, il palato dell’americano medio cerca il fake o il ristorante italiano vero?
Il Newyorkese in particolare è esposto a centinaia di ristoranti di cucina etnica, va a capire cosa è autentico e cosa non lo é in una cucina che non ti appartiene, ti devi un pò fidare e credere a quello che ti dicono, ad esempio la cucina cinese in italia e` molto diversa da quella cinese america, eppure gli chefs sono cinesi sia in Italia che in America, alla fine si va ad un ristorante perchè ti piace l’atmosfera, la gente la location, e certamente perchè apprezzi il loro menù, poi è difficile capire quanto sono autentici e quanto questi piatti sono stati rivisitati per un nuovo mercato, se non sei un esperto della cucina etnica. Il mio lavoro con Brindiamo! è appunto quello di “scoprire” ristoranti autentici Italiani a farli conoscere al grande pubblico. Poi il pubblico sceglie se andare dal FAKE o all’autentico proposto da Brindiamo!
Verso dove va il made in Italy gastronomico a New York?
Verso un grande successo!
Questo natale ho visto in Italia un programa sulla ‘febbre per i cibi italiani’ all’estero. In Canada, per esempio, non ci sono leggi che regolano l’utilizzo della bandiera italiana o di nomi di prodotti italiani. Ti trovi un Parmesan prodotto in Canada, che l’utente comune può facilmente credere che provenga dall’Italia. C’è una situazione analoga negli States?
Proprio come i falsi di Fendi e Louis Vitton, ci sono i falsi del buon cibo, i falsi nascono quando si vuole emulare qualcosa che piace molto, comunque molto si sta facendo per educare e a far conoscere i prodotti autentici e a dir la verità si sono fatti passi da gigante negli ultimi anni, e ci sono tantissimi gourmet store e supermercati che offrono l’autentico, vedi anche EATALY.
Un tip: un fake italiano famoso a New York che non consiglieresti mai (tanto ci leggono in Spagna)
NO! NO !NO! OLIVE GARDEN una catena di ristoranti ispirati all cucina italiana.. tanto aglio, porzioni enormi, pasta con pollo e gamberi .. insomma NO PLEASE! Se siete italiani non riuscirete mai ad aprrezzare questa cucina.
Il tuo piatto favorito della nostra gastronomia
Io AMO gli spaghetti alle vongole
C’è un’intervista a uno chef o a un artista italiano a cui sei più afezionata?
Proprio qualche giorno fa sono stata a girare un nuovo episodio di Brindiamo! in Florida ed ho avuto il piacere di “cucinare” con uno chef stellato, Chef Mauro Uliassi. Mauro Uliassi è un grande chef, ma sopratutto una grande persona, umile, professionale, modesto, con un grande senso dell’Humor é stato un vero piacere lavorare con lui.
Una domanda che faccio agli altri italiani ospiti in questo spazio: cosa prenderesti della cultura di New York e cosa ti porteresti a New York dall’Italia (la cucina non vale).
Io amo l’etica professionale degli americani, dovremo imparare ad essere piu` come loro! Noi certamente abbiamo la spontaineità l’eleganza naturale, la nostra creatività da importare.
Conosci Madrid? Hai qualche ricordo gastronomico legato a questa città?
No purtorppo non sono mai stata a Madrid … ma conto di venire e filmare degli speciali di Brindiamo! sono certa che anche a Madrid ci sono dei ristoranti italiani di eccellenza.
E noi saremo lieti di farti da cicerone :-).
En este enlace podéis leer la entrevista en castellano.
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